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Una maestra viene a sapere del regalo ricevuto da alcune sue colleghe: «È il peggio che possiamo fare»

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La professione di insegnante è spesso sottovalutata, ma è carica di responsabilità: chi sceglie di trasmettere le proprie conoscenze non si accontenta quasi mai di spiegare la propria materia, ma riesce anche a trasmettere la propria passione. Per questo spesso alcune classi decidono di acquistare un regalo per il loro insegnante per ringraziarlo di averle aiutate a finire l’anno scolastico.

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Questo è quello che è successo alla donna in questa storia, un’insegnante che ha esortato le persone a rispettare i suoi colleghi insegnanti dopo aver visto quello che ha detto può essere descritto come «il peggior grazie di sempre». La giovane Jen, che lavora come consulente scolastica negli Stati Uniti, si è rivolta ai suoi social media per esprimere la sua indignazione dopo aver visto una foto condivisa su Twitter di quello che doveva essere un «regalo di ringraziamento» per un insegnante: una busta di plastica vuota. con una nota.

«In realtà è una busta di plastica vuota con la didascalia: ‘So che questa busta sembra vuota, ma in realtà è piena del nostro amore’. insulto», ha commentato Jen. “Qualcuno si è preso il tempo per farlo e forse non avrebbe dovuto. Forse avrebbe dovuto risparmiare i sacchetti di plastica. Forse avrebbe potuto prendersi quel tempo per scrivere una scheda personalizzata per ogni insegnante», ha aggiunto. Jen ha spiegato che, a suo avviso, la busta di plastica contenente solo un biglietto generico non è un regalo, ma una vera e propria «spazzatura», interpretando il gesto come «offensivo»: «Credo sia il peggior regalo di ringraziamento per gli insegnanti che abbia mai visto. se stai pensando di fare questo o qualcosa di simile, scrivi una nota di ringraziamento personalizzata. È gratuito e più significativo», ha concluso Jen.

Da quando è stato condiviso, il post è stato visualizzato oltre 490.000 volte. L’appello dell’insegnante ha scatenato un dibattito online, con molti netizen che concordano con Jen, mentre altri vedono il gesto come «gentilezza».

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