La madre allatta il suo bambino in piscina: viene invitata ad andare in un luogo più isolato

A volte tutto ciò di cui abbiamo bisogno è disconnetterci un po’, prenderci del tempo per noi stessi o stare con i nostri cari. Ma capita anche che viviamo esperienze negative e stressanti al di fuori di questi ambienti, e il rilassamento diventa allora molto più complicato.

Ne sa qualcosa la donna di questa storia: una madre che voleva solo trascorrere del tempo con i suoi figli in pace. Sfortunatamente, si è trovata in una situazione piuttosto spiacevole. Rachel McCarey è una donna di 39 anni, madre di due bambini, uno di 7 anni e l’altro di pochi mesi. Era in una piscina comunale ad allattare il suo bambino quando un membro del personale le si è avvicinato e le ha chiesto di andare in un luogo più appartato per nutrire il suo bambino.

Rachel è rimasta scioccata e indignata dalla richiesta del bagnino e ha descritto il suo trattamento come segue: «Sono stupita che cose del genere possano ancora accadere — è il 21° secolo! Mi sento così frustrata per me stessa e per tutte le mamme che allattano: in otto anni di allattamento, non sono mai stata avvicinata e mi hanno detto che devo allattare in un posto specifico piuttosto che in un altro”, racconta la donna.
La madre ha quindi deciso di contattare il gestore della piscina per chiedere chiarimenti sul comportamento di questo bagnino e sulla sua politica di «decenza». Ma le cose non si sono fermate qui. Rachel ha presentato una denuncia alle agenzie competenti, che le hanno detto che avrebbero indagato sull’incidente.
“Quando mi è stato detto che dovevo andare in un posto meno affollato, in bagno, anche per allattare mio figlio, come se ci fosse qualcosa che non andava, ho avuto l’istinto di prendere la mia famiglia e lasciare questo posto, era così discriminatorio. Noi mamme dovremmo poter allattare i nostri figli ovunque e in qualsiasi momento: io allatto il mio bambino anche cinque volte in un’ora, il che è normale vista la sua età, devo chiudermi in bagno ogni volta? ! Non riesco a credere che esistano ancora credenze così arcaiche e rupestri», disse la donna.

I gestori di questa piscina hanno cercato di giustificarsi dicendo che non vedevano alcun problema con le madri che allattano nelle aree comuni, ma che preferivano comunque, per motivi di sicurezza, che questa pratica fosse svolta in luoghi più “isolati”.

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